All’interno dei Riti Settennali vi sono, da sempre, dei simboli caratteristici, strettamente legati all’evento stesso, che assumono un ruolo cruciale volto a creare un connubio tra la forte spiritualità dell’uomo (popolo guardiese) e l’oggetto stesso.

Tali simboli sono essenzialmente : i campanelli, la disciplina, la spugna, la corona di spine e la fune.

I CAMPANELLI

Si tratta di due campane, una più piccola dell’altra, attaccate a un unico sostegno di legno con due impugnature laterali che ne consentono la presa e la trasportabilità. Sulla più grande vi è incisa ‘Jesus Maria 1048’ mentre su entrambe due nomi: ‘Assunta e Pietro Pascale’. La religiosità popolare attribuisce ai campanelli il compito di convocare la comunità alla preghiera pubblica, quindi il primo simbolo di cui si sta parlando è di tipo sonoro: un suono ritmato che accompagna l’intera manifestazione nonché la fase antecedente la stessa consistente nella ‘questua’, raccolta di offerte che il popolo guardiese fa per garantire la buona riuscita dei misteri e dell’intero evento. Ad oggi i campanelli sono conservati sotto la nicchia dell’Assunta.

LA DISCIPLINA

La ‘disciplina’, realizzata e costruita da artigiani locali appartenenti ai rioni, è un antico strumento di penitenza, consistente in un gruppo di strisce metalliche unite da una catenella, con la quale i disciplinanti, appunto, si autoinfliggono una punizione corporale (autoflagellazione) percuotendosi le spalle.

LA SPUGNETTA

La ‘spugnetta’, anch’essa realizzata e costruita da artigiani locali appartenenti ai rioni, è un pezzo di sughero circolare nel quale sono opportunamente infilati degli spilli, che la tradizione indica in trentatré (gli anni di Cristo). Questi spilli fuoriescono dal sughero per circa due millimetri, e sono ulteriormente distanziati dalla base del sughero con uno strato di cera, che ha il compito di preservare la ferita dal contatto del sughero e a livellare la sua superficie circolare. Attraverso tale strumento il battente, percuotendosi incessantemente provoca il sanguinamento del petto.

LA CORONA DI SPINE E LA FUNE

Durante le ‘processioni di penitenza’, la comunità guardiese tutta che vi partecipa, reca in testa una corona di spine (che richiama quella di Cristo) e, incrociato sul petto ed annodato ai fianchi, porta un lungo cordone che richiama le funi con cui Cristo fu legato e flagellato.

Un ruolo attivo nell’organizzazione della manifestazione è ricoperto dai Quattro Rioni: Croce, Portella, Fontanella e Piazza, che formano il ‘Comitato dei Riti Settennali’.

Il termine ‘Rione’, nei Riti Settennali, si discosta completamente dal significato che ha in altre manifestazioni religiose o folcloristiche, dove il ‘Rione’ o la ‘Contrada’ indica rivalità e competitività. Il ‘Rione’ a Guardia Sanframondi, infatti, identifica e colloca l’intera comunità nel perimetro territoriale ed rappresenta l’organo essenziale della manifestazione penitenziale volta a dare voce a tutti senza nessuna discriminazione d’età, sesso, cultura.

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